Quasi 62 milioni di residenti utilizzano una delle lingue dell'immigrazione, incluso Tagalog. Molti sono seconde o terze generazioni
Roma – 7 ottobre 2014 – Gli Usa? Multietnici, multiculturali e, inevitabilmente, poliglotti. Ormai il 20% della popolazione americana quando è a casa non parla inglese, ma una delle tante lingue dell'immigrazione.
Secondo una ricerca pubblicata dal Center for Immigration Studies, quello registrato nel 2013 è un record: 61,8 milioni di residenti ( tra nati negli States, immigrati regolari e non) che in famiglia parlano un'altra lingua. Sono cresciuti del 32% rispetto al 2000.
La parte del leone la fa lo Spagnolo, parlato da 38,4 milioni di persone. Seguono Cinese (3 milioni), Tagalog (1,6 milioni) Vietnamita (1,4 milioni), Francese (1.3 milioni), e Coreano e Arabo (1.1 milioni ciascuno).
Ben il 44% di chi parla a casa un'alta lingua (27,2 milioni) non è un immigrato, ma è nato negli Stati Uniti. Si tratta quindi di seconde (e terze?) generazioni che continuano a utilizzare la lingua della famiglia di origine.
Gli Stati con la più alta incidenza di “foreign-language speakers” sono California, 45 %; New Mexico, 36 % e Texas 35 %. Quelli dove sono cresciuti in aniera consisente negli ultimi tre anni sono invece North Dakota, + 13%, Oklahoma, + 11% e Nevada + 10%.
Il multilinguismo può essere una ricchezza, ma anche nascondere dei limiti di integrazione. Ben il 44% di coloro che a casa parlando un'altra lingua infatti, risulta non parlare molto bene l'inglese. 4
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