Le tessere dei mezzi pubblici, "se ci sono foto e dati anagrafici", possono dimostrare che il lavoratore straniero era in Italia almeno dal 31 dicembre scorso. Il chiarimento del Viminale a un’associazione di volontariato, mentre si attende una circolare che sciolga tutti i dubbi.
Roma – 2 ottobre 2012 – "Sebbene non rilasciate da organismi pubblici, possono essere considerate, quali prove delle presenza ininterrotta in Italia almeno dal 31.12.11, tessere di abbonamento per i mezzi pubblici?"
È uno dei quesiti sulla regolarizzazione che giovedì scorso il Naga ha inviato al ministero dell’Interno. Lo stesso che molti cittadini stranieri irregolari rivolgono da settimane all’associazione di volontariato milanese, impegnata ad informare il più possibile tra assemblea pubbliche e consulenze faccia a faccia, anche per evitare che tanti finiscano nella rete dei truffatori.
La risposta è arrivata oggi ed è certo una buona notizia per migliaia di invisibili che sperano di mettersi in regola. Gli abbonamenti ai mezzi pubblici, spiegano gli esperti del Viminale, vanno bene, purchè riportino "la foto dell’interessato o i dati anagrafici". Un discorso che non si limita certo alle tessere dell’Atm di Milano, ma a quelle rilasciate dalle aziende di trasporto pubblico di tutta Italia.
Il Naga ha segnalato questa e le altre risposte anche a Stranieriinitalia.it. "Ci sembra giusto informare tutti. La prova di presenza è ancora uno dei punti più oscuri della regolarizzazione, tanti non inviano la domanda perché non sono sicuri di poter dimostrare che lo scorso dicembre erano già qui e anche noi consigliamo di aspettare i chiarimenti annunciati dal ministero" spiegano dallo sportello legale.
Il tema è caldissimo. Il Naga ha anche un ambulatorio per sans papier e molti ex pazienti stanno chiedendo copia delle cartelle cliniche sperando di poterle usare come prova di presenza. "Noi però diciamo che non è possibile, perchè siamo un’associazione di volontariato, non un organismo pubblico" sottolineano gli operatori.
Il chiarimento fornito oggi dal Ministero dell’Interno (qui lo scambio di mail) ha comunque una portata vastissima. Perché tanti immigrati viaggiano su bus e metro, ma soprattutto perché sembra sposare l’interpretazione invocata da associazioni e sindacati, secondo la quale la prova di presenza può essere fornita anche da privati che svolgono un servizio pubblico.
Gli organismi che certificano la presenza in Italia, ha detto qualche giorno fa lo stesso prefetto Mario Morcone, "non possono limitarsi alla sola amministrazione pubblica". "Personalmente – ha aggiunto – penso che i biglietti di viaggio su Trenitalia ma anche gli abbonamenti sui mezzi pubblici possano valere. L'importante è che questi nuovi criteri abbiano un'applicazione omogenea in tutta Italia e proprio a questo stiamo lavorando".
La risposta di oggi, che stranamente ancora non è entrata tra le FAQ ufficiali del ministero dell’Interno, conferma che si stanno finalmente allargando le maglie della regolarizzazione, ma si attende ancora un atto ufficiale di chiarezza, quella circolare che sciolga definitivamente i dubbi e che consenta davvero "un’applicazione omogenea in tutta Italia". A meno di due settimane dalla fine, non si conoscono ancora tutte le regole del gioco.
Elvio Pasca